La ritenzione idrica è una problematica alquanto comune nei soggetti di sesso femminile, sebbene possa interessare, in misura minore, anche gli uomini. Essa costituisce, il più delle volte, un motivo di insicurezza e disagio. Ma in cosa consiste? I liquidi si depositano e ristagnano negli spazi intercorrenti tra le cellule del corpo, generando una condizione di gonfiore, più o meno evidente, definita edema. Tale condizione interessa per lo più i glutei e le gambe, ma anche i fianchi e l’addome.
Come identificare la ritenzione idrica
Verificare il ristagno dei liquidi è semplice: se dopo aver esercitato una breve pressione nel tratto cutaneo in esame si osserva, per qualche istante, la persistenza dell’impronta, si è in presenza di ritenzione idrica. La zona non è dolorosa al tatto e, in aggiunta, la cute appare più lucida alla vista rispetto alle zone circostanti. In alcuni casi, per lo più complessi, possono comparire difficoltà nel movimento.
Ritenzione idrica: quali sono le cause?
La ritenzione idrica può essere attribuita a diverse cause: può derivare da un’alterazione a carico della circolazione, sia linfatica che venosa, e da un’alimentazione sbilanciata verso un apporto eccessivo di sodio. Può inoltre attribuirsi a terapie farmacologiche a base di antinfiammatori e cortisonici, così come ad alcune condizioni patologiche. Tra queste rientrano le patologie epatiche e renali, ma anche le disfunzioni cardiache, la resistenza all’insulina e l’ipertensione. Esistono, tra l’altro, alcuni fattori in grado di predisporre alla comparsa della ritenzione idrica, quali uno stile di vita sedentario e la tendenza al sovrappeso, così come l’abuso di alcol, il tabagismo, e l’utilizzo di indumenti stretti.
Quali alimenti prediligere
Tralasciando le cause patologiche più complesse, che richiedono un approccio clinico mirato, le abitudini alimentari rappresentano un aspetto sul cui intervenire.
Prima di tutto, è buona norma tenere sotto controllo l’apporto di sodio. Questo minerale non va rimosso, ma assunto, attraverso gli alimenti, nelle quantità adeguate: a tal proposito, la quantità di 2g di sodio, corrispondente a un cucchiaino di sale da cucina, rappresenta la soglia giornaliera da non superare. Come si fa a restare su quantità di sodio accettabili? Condire le pietanze soltanto a fine cottura può essere una prima strategia vincente, evitando la dispersione del sale e consentendo una percezione gustativa dei granelli più immediata. In secondo luogo, è opportuno ridurre il consumo di alimenti ricchi di sodio, come i sughi confezionati, i formaggi stagionati e le carni rosse, ma anche gli insaccati, gli snack industriali e i dadi da brodo.
Mantenere un buon apporto di potassio rappresenta un ulteriore aspetto di cui tenere conto. Questo minerale è infatti implicato nel richiamo di acqua all’interno delle cellule, contrastando la ritenzione idrica. Cibi ricchi di potassio sono i legumi secchi, la frutta secca a guscio e le verdure crucifere.
Anche idratarsi è importante
Il consumo quotidiano di acqua è un aspetto talvolta sottovalutato, sebbene faccia la differenza nella conservazione del benessere. Idratare il corpo, assecondando lo stimolo della sete, è importante anche per la gestione della ritenzione idrica, dal momento che favorisce l’eliminazione dei liquidi accumulati. Anche il consumo di frutta e verdura cruda di stagione, in virtù del relativo contenuto di acqua, torna utile in tal senso.
Ritenzione idrica: un aiuto dalle piante
Siano essi utilizzati singolarmente o combinati tra loro per sfruttarne la sinergia, i rimedi della fitoterapia possono talvolta coadiuvare le buoni abitudini alimentari. Alcuni estratti vegetali, o anche le parti delle piante tal quali, possono prestarsi al trattamento della ritenzione idrica, agendo mediante effetti drenanti. Tra i rimedi in questione rientrano la pilosella, e il tè nero, ma anche il tarassaco e l’equiseto.
Prima di ricorrere a qualsiasi preparato fitoterapico, è buona norma ricorrere al parere di un professionista della salute, specie se in corrispondenza di patologie e/o assunzione di farmaci.