Il reflusso gastroesofageo è un disturbo a carico del sistema digerente che prevede la risalita del contenuto gastrico a livello dell’esofago. Si tratta di una problematica alquanto diffusa e frequente, presentandosi con un andamento sporadico o cronico. Consideriamone, dunque, le cause, i sintomi e i possibili rimedi di tipo nutrizionale.
Reflusso gastroesofageo: le cause
Le cause che danno origine al problema sono di diversa natura. Il reflusso si attribuisce, in primis, alla perdita di efficienza dello sfintere esofageo inferiore, ovvero una valvola situata tra l’esofago e lo stomaco e che, in condizioni normali, impedisce la risalita del contenuto gastrico. A questo fattore si associano, talvolta, anche altre condizioni scatenanti, come una motilità esofagea difficoltosa, l’accumulo di grasso addominale e un rallentato svuotamento gastrico. Quest’ultimo fattore, tra l’altro, dipende dalle caratteristiche degli alimenti ingeriti: un pasto ricco di proteine e, ancor di più, di grassi si ripercuote sulla laboriosità del processo digestivo, rallentando lo svuotamento dello stomaco. Al contrario, un pasto a base di carboidrati darà luogo a uno svuotamento gastrico più rapido. In linea di massima, il processo è più veloce per gli alimenti liquidi, richiedendo una manciata di minuti, mentre impiega anche due ore per i cibi solidi. Il reflusso si associa, inoltre, all’ernia iatale, al fumo di sigaretta e allo stress psicologico.
I sintomi tipici
I sintomi correlati al disturbo in questione si identificano con difficoltà digestive, gonfiore postprandiale e acidità, ma possono comparire anche bruciore retrosternale, raucedine, laringiti e faringiti. Talvolta, il reflusso gastroesofageo può accompagnarsi ad alitosi, singhiozzo e salivazione eccessiva, mentre, in altri casi, può associarsi a otiti o problematiche ai denti.
Reflusso gastroesofageo: cibi da evitare
Nella gestione del reflusso, la dieta rappresenta un aspetto di grande importanza e, in quanto tale, andrebbe curata ogni giorno e in modo mirato. In tale contesto, l’alimentazione è finalizzata sia al corretto stato nutrizionale che al contenimento dei sintomi da reflusso, e prevede la riduzione o l’eliminazione di alcuni alimenti irritanti sulla mucosa gastrica ed esofagea. I cibi in questione sono dunque i seguenti:
– pomodoro e derivati;
– agrumi, altri frutti acidi (fragole, kiwi, ananas, pompelmo, ribes) e derivati;
– spezie come curry, paprika, pepe, peperoncino;
– caffè e tè;
– cibi e bevande industriali;
– cibi troppo freddi o troppo caldi.
Oltre agli alimenti appena elencati, è opportuno ridurre anche quelli che concorrono al rilassamento dello sfintere esofageo inferiore. Tra questi rientrano:
– fritture;
– frattaglie, insaccati, carni grasse;
– margarina e burro;
– formaggi grassi;
– maionese e altre salse preconfezionate;
– panna da cucina e besciamella;
– cipolla e aglio;
– aceto e alcol;
– cioccolato;
– menta.
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Cosa mangiare col reflusso gastroesofageo
L’alimentazione ideale da adottare in presenza di reflusso gastroesofageo prevede il consumo di alimenti leggeri e di facile digestione. Tra questi, sono compresi le carni bianche e i pesci magri, ma anche cereali, pseudocereali e olio extravergine di oliva a crudo. Anche la frutta di stagione può essere consumata, purché non acida, e le verdure crucifere.
Alle scelte alimentari qualitative vanno associate, necessariamente, anche delle considerazioni “quantitative”, oltre che alcune abitudini comportamentali. In particolare, è preferibile ricorrere a pasti più piccoli ma più frequenti, ed evitare di bere molta acqua durante i pasti. In aggiunta, è preferibile conservare una postura eretta mentre si sta a tavola, ed è buona norma mangiare senza fretta, evitando distrazioni e fonti di stress. Laddove si abbia intenzione o abitudine di praticare una qualsiasi attività sportiva, è preferibile collocarla lontano dai pasti. È inoltre consigliabile astenersi dal fumo e dal consumo di gomma da masticare.