La difficoltà di lettura, o dislessia, è un disturbo dell’apprendimento che implica una mancata, o scorretta, acquisizione della lettura
Difficoltà di lettura: quando un bambino comincia a leggere?
Alcuni bambini possono appassionarsi alla lettura già intorno ai 4 – 5 anni, tra il secondo e terzo anno di scuola materna. Questi bambini non hanno consapevolezza delle lettere, ma riconoscono le parole così come accade per un oggetto o un’immagine. Imparano a leggere e scrivere il proprio nome, pur non avendo la consapevolezza delle lettere che lo compongono.
Nei primi mesi della scuola primaria i bambini imparano a riconoscere le lettere e a leggere parole composte da sillabe semplici (es: cane, casa, pane), mentre hanno difficoltà nella lettura di parole con sillabe complesse (es: giglio, sciarpa, albero). In quarta elementare il bambino ha un bagaglio lessicale talmente ampio da riconoscere e leggere le parole in modo più veloce, diretto e automatico, rallentando solo nel caso di parole poco conosciute.
Difficoltà di lettura: come capire se un bambino è dislessico
Nei primi anni di scuola primaria il bambino con difficoltà di lettura presenta una prolungata lentezza nell’apprendere la lettura, fatica a memorizzare le lettere dell’alfabeto e spesso le confonde fra loro. Queste difficoltà peggiorano col tempo, soprattutto quando il bambino deve leggere parole e frasi in modo fluente. Se c’è una difficoltà di lettura, la lettura ad alta voce risulta poco automatizzata, molto lenta, oppure veloce ma fortemente imprecisa. In ogni caso si percepisce particolare affaticamento del bambino nello svolgimento di questa attività.
Difficoltà di lettura: il ruolo dei genitori
In una fase delicata come quella di apprendimento della lettura è indispensabile sia allenarsi a casa che supportare emotivamente il bambino.
Collaborare con la scuola
Se si sospetta che il bambino abbia difficoltà di lettura è molto importante informare l’insegnante e stabilire una collaborazione. Il genitore non deve temere di comunicare all’insegnante le difficoltà riscontrate a casa. In tal caso la scuola è obbligata a intervenire: la legge 170 del 2010 definisce e tutela i diritti degli studenti con dislessia.
Ridurre l’ansia per favorire un clima di fiducia
Un bambino con difficoltà di apprendimento presenta forte emotività. Ecco perché è importante che il genitore costruisca una relazione motivante e rassicurante col proprio figlio. In questo modo il bambino si riesce ad approcciare in modo sereno e piacevole alla lettura. Al contrario, pretendere troppo e svalutare gli sforzi del bambino, potrebbe provocare la reazione opposta, cioè un totale rifiuto da parte del bambino verso la lettura. Se il bambino si mostra fortemente in difficoltà davanti a un compito, bisogna interrompere i suoi sforzi per evitargli frustrazione. Se il bambino si sente un incapace, è importante rassicurarlo e incoraggiarlo.
Utilizzare strategie alternative di lettura: la lettura guidata
La lettura guidata è un modo per favorire l’automatizzazione della lettura, cioè la capacità di leggere velocemente una parola in diversi contesti di lettura. Affinché questo accada, è importante far leggere più volte un piccolo testo, una poesia o una frase al bambino, accompagnarlo nella lettura e correggerlo quando sbaglia. Qualora il bambino dovesse perdere il segno di lettura, potrebbe risultare utile dargli un righello o qualsiasi altro strumento che lo aiuti a focalizzare l’attenzione sulla parola.
Podcast e audiolibri
Con lo sviluppo della tecnologia è sempre più frequente l’uso di podcast o audiolibri in alternativa alla lettura ad alta voce. La maggior parte dei testi scolastici, infatti, presenta un cd da inserire nel computer, sul quale sono presenti le diverse letture del libro di testo, interpretate da un lettore professionista. Il bambino deve semplicemente ascoltare il racconto per capirne il significato. Anche un genitore può registrare la propria voce mentre legge e poi farla ascoltare al figlio. Questa strategia può risultare molto utile soprattutto nel caso di bambini che tendono facilmente ad affaticarsi durante la lettura.
Modificare il testo da leggere rendendolo più divertente
Nel caso in cui l’attività di lettura diventi noiosa, il genitore può proporre di vivacizzare il testo sostituendo alcune parole con termini più interessanti, e chiedere al bambino di fare lo stesso. Ecco un esempio pratico di testo vivacizzato:
Racconto originale: “Marco è uno bambino educato. Di notte dorme nel suo letto e non sveglia mai i suoi genitori. Al mattino si pettina i capelli, si lava i denti, si veste e mette in ordine la sua stanza. Poi va al piano terra per fare colazione con sua madre, suo padre e con la sua sorellina Melissa”.
Racconto “vivacizzato”: “Marco é un moccioso terribile . Di notte dorme nel suo letto sul pavimento e sveglia sempre i suoi genitori. Al mattino non si pettina mai i capelli, non si lava mai i denti verdi, non si veste e non mette in ordine la stanza puzzolente. Poi va al piano terra per spaventare sua madre, suo padre e la sua sorellina Melissa”.