Usi su Mobile: a che punto siamo nel 2022?
Il 77% di noi possiede uno smartphone e il tasso di attrezzatura sale al 94% tra i 15-29 anni. In pochi anni, il mobile è diventato un canale di contatto privilegiato per i brand, consentendo loro di catturare più facilmente l’attenzione dei consumatori.
Le possibilità di presenza su mobile sono molteplici: applicazione e notifica push, sms o addirittura display, ma ognuna di queste leve risponde a diverse sfide di marketing.
Rinnovato interesse per l’app
Nonostante un contesto normativo più rigido per quanto riguarda il monitoraggio dei dati mobili, l’applicazione è attualmente al centro della strategia di relazione con il marchio.
In effetti, l’intera sfida ora sta nella loro capacità di concentrare il massimo di usi e servizi all’interno della loro applicazione per creare una frequenza di utilizzo sufficiente, che legittimi il download.
Assistiamo poi alla nascita di “Super App”, che integrano servizi relativi all’intero customer journey: consultazione del catalogo e delle offerte promozionali, shopping online, dematerializzazione della carta fedeltà e degli scontrini, scansione dei prodotti o pagamento.
L’applicazione mobile diventa così l’hub digitale della customer experience Gli atti di consulenza e di gestione dell’account ora si fanno su mobile, che serve l’autonomia dei clienti, se e questo è il nostro caso, mettiamo a loro disposizione tutti i prodotti e servizi, dove e quando vogliono. Per questo l’applicazione copre tutti i verticali dell’attività.
Quale asse di ottimizzazione?
La tendenza è quella di cercare di unire gli sforzi per l’esperienza web e quella sui dispositivi mobili. L’unificazione di piattaforme e soluzioni e partner tecnici garantisce un’esperienza digitale coerente, mentre le nuove tecnologie come il linguaggio open source Flutter consentono un unico sviluppo per applicazioni IOS e Android.
Creazione di contenuti: pensare prima ai social media
Snapchat, Tiktok, Instagram… I social network sono tra le applicazioni più utilizzate. Inoltre, la creazione di contenuti social per i marchi non dovrebbe più essere una semplice variazione della strategia pubblicitaria complessiva, ma deve essere al centro del sistema.
Troppo spesso il mobile viene trattato in un ecosistema digitale globale senza una specifica creazione, che non consente di massimizzare le prestazioni, sia in termini di attrattiva o conversione.
Non si tratta quindi di duplicare uno spot televisivo in “mini-pezzi” da trasmettere sui social network: È meglio pensare molto presto ai diversi contesti di trasmissione per creare tutte le necessarie variazioni del concept creativo, come il verticale formati, tra gli altri . Anche il ritmo dello storytelling non è lo stesso sui social, i messaggi sono più brevi, dai 6 ai 15 secondi circa.
Ecco perché bisogna dare un posto d’onore ai creatori di contenuti perché spesso creano formati, con il loro smartphone, per la condivisione sui dispositivi mobili. Il nostro approccio è quindi invertito: prima trasmettiamo sui social network e poi a volte creiamo una versione creativa per i media più tradizionali.
Quale asse di ottimizzazione?
La sfida dell’attenzione è dunque fondamentale! Una delle soluzioni consiste nel privilegiare formati più dinamici come il video, che rappresenta ormai quasi l’84% del traffico web globale. Significa anche optare per formati più interattivi, come la realtà aumentata: “Questo è ciò che ci differenzia, in buona parte, dalle altre piattaforme social. Gli inserzionisti possono reincantare la vita di tutti i giorni e la customer experience grazie alla realtà aumentata, al servizio sia di branding che di performance. Possiamo citare ad esempio il fitting virtuale delle scarpe offerto da Dior o Nike o la creazione di un pop-up store virtuale da parte di NYX Professional makeup negli Stati Uniti, dove potresti guardare più da vicino i prodotti e acquistarli direttamente su Snapchat.
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