La mente e la psiche umana sono ancora ben lungi dall’essere pienamente comprese, a volte senza particolari avvenimenti, spesso comuni, ci si sente a disagio, con forti sensazioni di malessere diffuso e paura che limitano il vivere quotidiano. Queste sono le fobie. Spesso chi soffre di fobie cerca di evitare in qualsiasi modo possibile, anche in maniere poco sicure, le situazioni dove è presente il fattore scatenante all’origine del suo malessere. Fra le tante c’è, la Panfobia, ovvero avere un timore costante di qualsiasi tipo di evento o situazione. Ma cos’è e come si combatte questa panfobia?
Cos’è la panfobia
Il termine Panfobia è stato utilizzato per la prima volta dallo psicologo francese Thèodule-Armand Ribiot nel 1911. La spiegazione che diede fu quella in cui un paziente ha paura di tutto o niente, con la sensazione d’ansia e paura che non è legata a un singolo oggetto o avvenimento ma a diversi oggetti anche casuali, a seconda della circostanza. Chi ha a che fare con questa limitante condizione potrebbe arrivare ad accusare sintomi come tremore, sudorazione eccessiva, vertigini, palpitazioni, respiro affannato, vomito, dolori e tensione. Questa fobia è spesso riscontrata in pazienti che soffrono di depressione. Chi soffre di questa fobia potrebbe arrivare addirittura fino all’evitamento di persone e contatti a causa della sua paura irrazionale. Le persone che soffrono di panfobia hanno spesso alle spalle avvenimenti traumatici, eredità genetica e anche esperienze personali che fanno proprie.
Come combattere la panfobia
Dopo aver visto cos’è la panfobia ci staremo domandando sicuramente come si combatte questa tipologia di fobia generale. Come molte altre situazioni legata alla psiche, è opportuno avvalersi dei consigli, della preparazione ed esperienza di un terapista. Per combattere la panfobia esistono diversi trattamenti a cui si può fare ricorso per cercare di limitarne gli effetti che possono essere di diverso approccio.
Praticare la mindfulness, un tipo di meditazione che insegna a vivere il momento presente del qui e ora concentrandosi sul respiro fino a coinvolgere tutti i sensi, può aiutare ad accettare gli aspetti non piacevoli come parte indissolubile della propria esistenza e a rinunciare a volerli controllare. In pratica bisogna accettare che alcuni eventi ci sono, ci sono stati e ci saranno sempre, senza che noi possiamo farci niente.
Per alleviare l’insorgere dei diversi sintomi è utile avvalersi anche di una terapia cognitivo-comportamentale. Insieme al terapista vengono analizzate in profondità le motivazioni irrazionali e confuse che portano la persona a sviluppare il disturbo affinché cessi di considerarle un pericolo per la propria vita.
Un approccio più diretto, ma che spesso può essere più difficile da applicare è quello della desensibilizzazione sistematica. Ciò consiste nel forzare l’avvenimento avverso, cercando ogni volta di approcciarsi e reagire in maniera migliore senza provocare attacchi di panico o paura.
In casi importanti di non facile comprensione e risoluzione si può anche fare ricorso a dei farmaci. Sempre sotto consiglio medico, il terapista può prescrivere dei farmaci calmanti per alleviare i sintomi fisici, dando più tempo alla terapia psicologica di portare risultati.